Il grande soprano era nata a Savona. Non aveva mai dimenticato le sue origini liguri.
«Sono una cantante e un'attrice. Anche quando sono coinvolta nel personaggio, non dimentico di essere su un palcoscenico. Se mi controllo, non esagero mai. Se non mi controllo, impazzisco».
Poche parole, per capire quanto il temperamento, e non solo la voce, fossero importanti per Renata Scotto. Il grande soprano era nata a Savona il 24 febbraio 1934, qui aveva debuttato nel 1952 come Violetta ne La traviata al Teatro Chiabrera, qui è scomparsa il 16 agosto scorso. L'annuncio lo ha dato il sindaco della città ligure, Marco Russo. Renata Scotto era da poco rientrata da New York, città dove da tempo aveva scelto di vivere. Senza mai però dimenticare le sue radici liguri.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
A Milano la sua formazione
A Milano Renata Scotto compì i suoi studi musicali, esercitandosi dapprima come contralto. Presto però venne fuori una differente, vera indole. Agli inizi quella di soprano lirico-leggero; poi, irrobustendosi la voce, quella di soprano drammatico d'agilità. E sotto quest'egida si svolse gran parte della sua carriera.
Carriera rapida, e precoce: l'esordio in scena avvenne in casa, al Teatro Chiabrera di Savona, nelle vesti di Violetta de La traviata. Siamo nel 1952, Renata aveva solo 19 anni; l'anno dopo vi debuttò di nuovo stavolta come Cio-Cio-San in Madama Butterfly.
Sempre nel 1953, al Teatro Nuovo di Milano ripete Violetta, all'Alfieri di Torino è protagonista di Margherita da Cortona di Licinio Refice, infine approda alla Scala come Walter ne La Wally di Catalani, accanto a Renata Tebaldi. E' il 7 dicembre, serata inaugurale, sul podio Giulini. La Scotto ottenne un trionfo personale, e da questo momento la carriera fu tutta in discesa.
Parte la Callas, arriva la Scotto
La svolta più importante nella sua carriera avvenne nel settembre 1957, per un evento inaspettato. Il Teatro alla Scala aveva portato al Festival di Edimburgo La sonnambula di Bellini. La produzione scaligera ebbe una grandissima accoglienza, si decisero subito ulteriori repliche. Però per Maria Callas c'erano altri impegni in vista. Venne dunque chiamata a sostituirla Renata Scotto, arrivata di corsa con pochi giorni di preavviso. Il giovanissimo soprano ligure cantò divinamente; e per il pubblico anglosassone fu una scoperta clamorosa, fuori d'Italia il suo nome non era ancora noto. D'ora in poi, Renata Scotto sarà una stella di caratura internazionale.
Negli anni seguenti i grandi teatri del mondo divennero suoi, da Roma a Venezia, da Milano a Firenze, da Londra a Tokyo. Al Metropolitan di New York, per dire, dal 1965 al 1987 interpretò Madama Butterfly per ben 319 volte. Sempre al MET, nel 1976, cantò ne La traviata a fianco di Luciano Pavarotti, fortunatissima edizione di cui ci rimane un luminoso video.
Sessanta personaggi alle spalle
Diretta nel tempo dai più prestigiosi direttori, da Votto a Barbirolli, da Gavazzeni a Kubelik, da Levine a Muti; affiancata da partner di grido quali Bergonzi, Pavarotti, Kraus, Domingo, Bruson; ed in mano a registi di fama, man mano nel tempo tantissimi grandi ruoli sopranili finirono nel suo carnet. Costituendo alla fine un repertorio eterogeno e vasto, che annoverava una sessantina di personaggi. Molti d'essi testimoniati da incisioni discografiche, alcune di grande successo, e da svariate registrazioni video.
Tanti personaggi di Bellini (Giulietta, Amina, Norma, la Zaira riportata in vita a Firenze nel 1976), tanti di Donizetti (Adina e Norina, Adelaide de La straniera, Lucia di Lammermoor, Maria di Rohan, Anna Bolena). Praticamente tutti o quasi di Puccini, essendo stata protagonista di Le Villi, Edgar, Manon Lescaut, Bohéme, Tosca, Madama Butterfly, del Trittico, sino ad arrivare alla Liù di Turandot.
E poi tanto Verdi, naturalmente, partendo dalla Abigaille di Nabucco sino alla Desdemona di Otello e all'Alice di Falstaff. Passando per le eroine de I lombardi, Macbeth, Luisa Miller, Rigoletto, Trovatore, Traviata, Ballo, Vespri, Don Carlo.
Una vera musicista, ancor prima che cantante
Memorabili anche le incursioni in Giordano (Fedora e Maddalena dell'Andrea Chénier), in Mascagni (Suzel de L'amico Fritz, ma soprattutto l'inarrivabile Santuzza di Cavalleria), in Leoncavallo (Nedda de I pagliacci), in Massenet (Charlotte del Werther) e Gounod (Marguerite del Faust), in Ponchielli (Gioconda), in Cilea (Adriana Lecouvrer), in Zandonai (Francesca da Rimini),e persino in Meyerbeer (Isabelle de Robert le diable, e Berthe de Le prophéte). Alla fine, finendo per costruire una discografia (in studio e live) ed una videografia più che notevoli per varietà.
Regista lirica ed insegnante di canto
Gli approcci alla regia, avviati dal 1986 con una Butterfly al MET, pur se nel tempo dagli esiti lusinghieri - nel 1995 una Traviata curata per la New York City Opera, trasmessa live dalla televisione ottenne un Emmy Award - non aggiungono molto alla sua gloria.
Più per noi conta l'intensa attività di ottima insegnante di canto - all'Accademia di Santa Cecilia in Roma, alla Juillard School of Music di New York, alla Yale University – ed anche con la fondazione nel 1997 dell'Accademia Operistica a lei intitolata. Contesti che le hanno dato modo di trasmettere la sua esperienza e di promuovere talenti emergenti. A questo proposito, in una intervista rilasciata pochi anni fa aveva detto che «hai bisogno della voce, ma con la voce hai bisogno anche di una buona tecnica. E passata la tecnica devi essere un vero artista». Così di fronte ad un vero talento, inevitabilmente «cerchi di modellarlo, e la cosa è affascinante. Devi avere la voce, ma poi la voce deve essere modellata. Non mi interessano le grandi voci, ma i suoni belli, la coloritura».
Renata Scotto aveva vissuto lunghi, felici anni di matrimonio - si erano sposati nel 1958, avendo poi due figli - con il musicista Lorenzo Anselmi, già primo violino della Scala, venuto a mancare due anni fa.